Ascesso dentale: cause, sintomi e rimedi

da | Lug 15, 2020 | Le News dello Studio Dentistico | 0 commenti

Ascesso dentale: cause, sintomi e rimedi

E’ inutile negarlo: tutti noi, almeno una volta nella nostra vita, abbiamo ignorato i campanelli d’allarme che ci lanciavano i nostri denti. Piccoli dolori, leggeri fastidi trascurati pur di non recarsi dal proprio dentista di fiducia. L’ansia, la paura di ammettere un problema alla propria dentatura ci porta spesso all’estremo, e ci ritroviamo così con la guancia gonfia, a pregare le divinità superiori di essere graziati. Senza sapere che una buona prevenzione avrebbe potuto evitarci tale sofferenza. Tra i problemi più frequenti, troviamo senza alcun dubbio l’ascesso dentale, una tra le patologie più diffuse legate alle infezioni batteriche in bocca. Dai sintomi alle tipologie, dalle cause ai rimedi, oggi ti diremo tutto ciò che devi sapere sull’ascesso dentale.


Ascesso dentale: cos’è e quali sono le tipologie

Per ascesso dentale si indica il rigonfiamento doloroso dei tessuti che circondano la radice di un dente, che presenta un accumulo di pus. Per chi non lo sapesse, il pus altro non è quel liquido di colore giallo tipico delle infezioni batteriche, che si diffondono nella cavità orale e nella nostra dentatura.

L’ascesso dentale è il terreno fertile di batteri, detriti cellulari e globuli bianchi che si annidano intorno al dente, tra la gengiva, l’osso e la polpa. La creazione di un granuloma comporta una notevole sofferenza, e se non individuato tempestivamente dal proprio dentista, può dar vita ad una serie di complicazioni.

Nella maggior parte dei casi, l’ascesso dentale viene accompagnato dalla presenza del dolore, che può diminuire nel momento in cui la zona interessata subisce un rigonfiamento.

Come abbiamo anticipato, è di notevole importanza identificare la tipologia dell’ascesso dentale. In base alla sede precisa nel quale si annida, distinguiamo tre classificazioni:

  • ascesso dentale
  • ascesso gengivale
  • ascesso dente del giudizio


Ascesso dentale

Conosciuto anche come ascesso periapicale, in questo caso l’infezione si manifesta nella polpa del dente. Quasi sempre la causa è una carie non curata correttamente e gravemente complicata. La polpa è la parte vitale del dente, costituita dalle arteriole, dalle vene, dai nervi e dalle cellule che producono dentina, ossia gli osteoblasti. Nel momento in cui i batteri raggiungono la polpa, si viene a creare un’infezione molto estesa, ricca di pus, che può comportare anche la caduta o rottura del dente in quanto contribuisce alla loro fragilità e ne causa la morte (situazione di necrosi). E’ molto comune nei soggetti che soffrono di carie.

 

Ascesso gengivale

Conosciuto come ascesso parodontale, qui l’infezione ha colpito il parodonto, ossia tutto il supporto del dente costituito dal legamento, cemento radicolare, gengiva e osso alveolare. Comune nei soggetti che soffrono di patologie gengivali e di parodontite, può essere causato da un’infezione purulenta che colpisce tale zona.

 

Ascesso dente del giudizio

I denti del giudizio sono quelli più colpiti dalle infezioni batteriche. Sai perché? Tutto è legato alla loro posizione. Poiché si trovano alla fine delle arcate dentarie, è molto difficile riuscire a pulirli correttamente attraverso l’utilizzo dello spazzolino. E non solo. Quando sorgono, molte volte capita che non trovano lo spazio necessario (a causa della riduzione dell’arcata dentale nel corso degli anni) e quindi nascono in maniera errata, trovando forma in posizioni anomale.

 

Ascesso dentale: quali sono le cause?

Prima di capire come curare l’ascesso dentale, occorre capire quali sono le cause che hanno generato tale condizione patologica. La maggior parte degli ascessi dentali sono causati dalla scarsa igiene orale nella vita quotidiana. Una pulizia non accurata dei denti, l’utilizzo errato dello spazzolino e degli altri strumenti di cura personale, possono comportare una serie di infezioni batteriche che attaccano la nostra cavità orale. L’ascesso quindi non è altro che il tentativo del nostro organismo di eliminare il problema (il batterio) e proteggerci, circoscrivendo l’infezione in una determinata zona, per impedire che quest’ultima si diffonda.

Oltre questi due fattori, ovviamente vi sono delle condizioni fisiologiche/patologiche pregresse che possono favorire la comparsa di tale problematica, tra cui il consumo di fumo e alcool, il diabete, il reflusso gastroesofageo, gli effetti collaterali del cortisone e la chemioterapia.

Ovviamente un sistema immunitario fragile, non correttamente funzionante, non farà altro che fornire la base su cui l’infezione costruirà la propria dimora. Da non dimenticare come causa, una devitalizzazione o una qualsiasi operazione ai nostri denti non perfettamente riuscita, che può scatenare la proliferazione di batteri.

Quali sono i sintomi dell’ascesso dentale?

Non è difficile riconoscere i sintomi dell’ascesso dentale: gonfiore, dolore ai denti soprattutto nella fase della masticazione, fastidi alla gengive, alitosi e malessere generale.

Il campanello d’allarme più evidente e frequente è senza alcun dubbio il mal di denti, talmente forte e invadente da non lasciare dubbi. Basta toccare con la punta della lingua la zona in questione e inizieremo a sentire e vedere le stelle. Ulteriori sintomi degli ascessi dentali sono i seguenti:

  • gengive arrossate, sanguinanti con presenza di pus;
  • gonfiore al viso, oltre che alla guancia;
  • gonfiore dei linfonodi del collo;
  • cattivo sapore in bocca;
  • ipersensibilità dentinale;
  • febbre;
  • spasmi muscolari alla mandibola.

Come abbiamo più volte detto in questo articolo, è importante non trascurare questi sintomi e recarsi il prima possibile dal proprio dentista.

Come curare un ascesso dentale? Ecco alcuni dei rimedi

Ovviamente sarà il proprio medico di fiducia a identificare quale sia la procedura più corretta e idonea per risolvere tale problematica. Molto spesso, i primi passi verso la risoluzione consistono nella prescrizione di antibiotici (per contrastare l’infezione in corso) e il drenaggio della zona colpita, utile per la fuoriuscita del pus contenuto all’interno della stessa.

Una volta placata l’infezione, bisogna capirne la causa. Se si tratta di un dente cariato, si procederà alla devitalizzazione e otturazione. Qualora invece il dente risultasse compromesso, il dentista potrà decidere di optare per l’estrazione e applicare una piccola protesi estetica.
Se invece la causa è legata alla malattia parodontale, andrà curata la stessa per evitare che tale episodio possa rappresentarsi e dar vita ad un’ulteriore infezione. Consigliato spesso è anche l’utilizzo di un collutorio specifico per disinfettare la zona.

Non esiste, infine, rimedio più grande di un’ottima prevenzione. Curare con estrema cura e attenzione la propria igiene orale risulterà nell’80% dei casi (escludendo le condizioni pregresse dapprima analizzate) la scelta vincente.

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