Devitalizzazione di un dente: come e perché eseguirla
Devitalizzazione di un dente: come e perché eseguirla
Nel precedente articolo, abbiamo affrontato con estrema cura il tema della carie dentale. Dalle cause ai sintomi, abbiamo evidenziato come in presenza di una carie in fase avanzata fosse importante agire tempestivamente, attraverso l’intervento di devitalizzazione. Oggi soffermeremo la nostra attenzione proprio su di essa.
Cosa è la devitalizzazione e a cosa serve
Con il termine devitalizzazione si fa riferimento a tutti i trattamenti che vengono eseguiti nella parte più profonda ed interna del dente. Ossia le operazioni che riguardano appunto la camera pulpare e la radice dentale.
E’ un vero e proprio intervento chirurgico, grazie al quale poter riparare o meglio risanare un dente colpito da traumi e carie. Qual è il più grande vantaggio della devitalizzazione? Che ti permette di estrarre la parte infetta, senza dover rimuovere il dente e procedere all’estrazione.
Quando si deve devitalizzare un dente?
E’ necessario devitalizzare un dente quando l’infezione si estende nella profonda dello stesso, raggiungendo la polpa e causando forti e prolungati dolori. La causa della formazione di carie come abbiamo visto è quasi sempre di origine batterica, legata alla comparsa di agenti patogeni che si annidano nel cavo orale e trovano il territorio fertile per espandersi.
Oltre la carie, il dente infetto potrebbe essere stato sottoposto ad un trauma improvviso (basti pensare ad una rottura parziale dello stesso legato ad un incidente) oppure ad una malattia delle gengive.
La decisione di devitalizzare un dente spetta sempre al proprio dentista di fiducia. Nel momento in cui viene effettuata la visita e studiata la cartella clinica, si deciderà come agire, procedendo nei casi peggiori o verso la devitalizzazione o, se necessaria, l’estrazione del dente.
Come avviene la devitalizzazione di un dente: le fasi principali
La domanda che più spesso ci viene posta è: quanto dura l’operazione di devitalizzazione di un dente? Le ultime ricerche evidenziano come spesso tale intervento venga eseguito completamente in un’unica seduta, ovviamente possono esserci delle eccezioni a seconda della gravità del caso. Quattro sono le fasi della devitalizzazione. Vediamole insieme.
1) Fase preliminare
La preparazione inizia con l’anestesia locale (qualora il dolore fosse presente e insopportabile) e il posizionamento della diga di gomma. Per garantire al paziente che la devitalizzazione vadi a buon fine e soprattutto duri nel tempo, è necessario isolare il campo operatorio con la diga di gomma. Uno strumento essenziale per:
- utilizzare disinfettanti soltanto ed esclusivamente sul dente infetto, evitando che fuoriescano causando notevoli problematiche;
- impedire una eventuale ingestione di piccoli strumenti utilizzati durante l’operazione;
- proteggere gli altri denti da eventuali scorie e contaminazioni.
2) Forare il dente
L’intervento vero e proprio inizia con la foratura nella corona del dente, una vera e propria apertura che permette al dentista di accedere alla zona “incriminata”. Ovviamente, grazie alla radiografia effettuata precedentemente, sarà possibile individuarla facilmente evitando aperture enormi ed alquanto inutili.
3) La rimozione della polpa
Una volta effettuato l’accesso ai tessuti interni del dente, occorre rimuovere la polpa infiammata, pulendo il canale in profondità. Verrà eliminato ogni pezzo di tessuto e ogni residuo batterico. Questa fase viene detta anche detersione.
4) Il riempimento e la chiusura del dente
L’ultima fase è quella della chiusura. Una volta asportata completamente la polpa infetta ed effettuata una pulizia attenta e profonda del canale, si procederà ad effettuare l’otturazione del dente. Il canale verrà riempito fino all’apice attraverso l’utilizzo di un materiale biocompatibile per sigillare la chiusura.
Cosa fare dopo la devitalizzazione di un dente?
Al termine della devitalizzazione, il paziente non dovrebbe riscontrare alcun problema. Lo stesso dolore dovrebbe andar via già dai primi istanti che seguiranno l’operazione. Qualora dovessero invece persistere i sintomi (dolore e fastidio) è necessario contattare immediatamente il dentista. I consigli che diamo ai nostri pazienti per il post-devitalizzazione (parliamo delle prime ore post-intervento) sono:
- evitare l’assunzione di cibi molto caldi o freddi;
- evitare di masticare inizialmente sul dente operato;
- curare attentamente la propria igiene orale.
Quando è necessario ri-devitalizzare un dente?
Molte volte ci sarà capitato di sentire da un nostro amico o parente di essere stato vittima di un’errata devitalizzazione. Purtroppo sono episodi non poco frequenti, identificabili solo dopo la ri-comparsa dei primi sintomi (dolore e fastidio al dente che diventa sempre più forte).
La ri-devitalizzazione di un dente è necessaria quando la devitalizzazione non è stata effettuata correttamente e quindi si sono formati all’interno del dente delle infezioni legate alla comparsa di granulomi. Il granuloma è un’infiammazione cronica relativa all’apice radicale del dente, per intenderci la parte più vicina alla mascella.
In questo caso, sarà necessario effettuare una seconda operazione per rimediare al danno. Inoltre, è possibile che il sigillo dell’otturazione si sia deteriorato o completamente eliminato (anche se non dovrebbe capitare) e si rende obbligatorio il secondo intervento di chiusura, per evitare l’insediarsi di agenti patogeni.